Ma
ci considerate tutti cretini o il privilegio di essere tali è riservato
agli YA, cioè gli Young
Adults? Certo, cresciuti a cavolate, i ragazzi di oggi potrebbero avere uno
spirito critico un po’ atrofizzato, ma come insegnante conosco tanti
adolescenti che non sono affatto scemi e tanti insegnanti e genitori che si
danno da fare per scongiurare il pericolo che si rimbecilliscano. Ciò nonostante,
“La quinta onda” di Rick Yancey ha avuto successo ed è apprezzato anche
da molti Adults senza Young, i quali in teoria dovrebbero essere più smaliziati.
Il
modo in cui è approdato
nella nostra amata penisola è
sempre lo stesso: gli americani, che ingoiano qualsiasi schifezza purché sia
saporita e faccia ingrassare, lo hanno comprato (magari bombardati da un’efficace
pubblicità), un
produttore ci ha fatto un film (che non vedrò se non sotto tortura) e ai
nostri poveri editori, sull’orlo del collasso, non è parso vero
di accaparrarselo. E piazzarci il bollino “best seller”. Ma noi italiani, noi
che modestamente il cervello lo sappiamo usare e che siamo ipercritici su
qualsiasi cosa, non potremmo imparare a vagliare la letteratura con la stessa
chirurgica precisione con cui ci lamentiamo che gli spaghetti in Papuasia non
li sanno cuocere al dente?
No,
ci esaltiamo per un testo con una trama che fa acqua più del mio
scolapasta, con più
incongruenze dei discorsi di un fidanzato fedifrago decisamente ubriaco e con
personaggi dello spessore di una figurina dei calciatori.
Iniziamo
dalla più grossa
baggianata: gli alieni. Per chi non lo sapesse “La quinta onda” parla
dell’abusatissimo tema dell’invasione aliena: un’astronave, simile a un occhio
verde e maligno, compare nel cielo e parte il solito circo di esaltati new age
etc. Ma gli alieni non sono buoni. Distruggono quasi del tutto l’umanità in tre
ondate: onda elettromagnetica, tsunami ed epidemia, usando la loro potentissima
tecnologia. Peccato che gli alieni siano incorporei. Sono pure intelligenze,
che cercano un mondo da abitare dopo avere sputtanato il loro (che originalità) e quindi
devono fare piazza pulita. Tuttavia, abitare significa avere corpi e così si prendono
alcuni dei nostri. Sorvoliamo sulla scopiazzatura palese da l’ "Invasione degli
ultracorpi": d’altronde è
difficile essere originali oggigiorno. Ma vorrei capire che se ne fanno esseri
incorporei di una nave spaziale, come attivano i macchinari, come operano. Il
libro non lo dice. Il libro è
reticente su molte cose. Forse verranno svelate nei successivi volumi (che non
leggerò). L’unica
soluzione è che si
siano riversati in robot dotati di arti, occhi, orecchie e tutto il resto, ma
se così fosse perché non portare
avanti l’invasione tramite macchine perfettamente sostituibili? No, lo fanno
coi nostri fragili corpicini di carne che possono essere uccisi dai nostri
fucili.
Ma
veniamo al movente, al metodo e alla tempistica dell’invasione.
Il movente. I poveri alieni
disincarnati vogliono ricominciare a provare i piaceri della carne (li capisco)
e scelgono la Terra e l’umanità.
Ma odiano l’umanità
e il suo modus vivendi. Entrano nei corpi quando sono ancora feti, stanno lì latenti per
decenni e poi paff!, quando l’ospite ha accumulato ricordi, sentimenti,
affetti, si manifestano e gli dicono: “Tu non sei tu, tu sei me. Rinuncia alla
tua umanità, lascia tua
madre e tuo padre, anzi già che ci sei sterminali, insieme a tua sorella, la
tua ragazza e gli amici del liceo.”
Il
conflitto interiore dovrebbe essere tragicissimo, ma viene descritto in modo alquanto
annacquato attraverso il POV di un unico personaggio per una manciata di pagine. Nessuno è
colto da una ovvia schizofrenia: sono tutti SS scatenate senza coscienza.
Il
metodo. E la tempistica. Sono seimila anni che gli alieni ci osservano per capire come pensiamo, in modo da
fregarci. E che cosa fanno? Agiscono adesso, nell’era atomica, nell’epoca
tecnologica, in cui invece di sterminare qualche milioncino di individui dediti
all’agricoltura di sussistenza e all’allevamento di capre, se ne trovano
davanti sette miliardi, armati e sgamati. E soprattutto oggi che la Terra è al
capolinea, inquinata, ingombra di città, fabbriche e tutto il
corredo di una civiltà
che è giunta al
collasso. Come dire che cambio la mia casa distrutta con un catapecchia
fatiscente e infestata da sorci armati fino ai denti. Geniale, no? E neppure si
può dire che si
sostituiscano alla maggior parte di noi e sfruttino ciò che noi
abbiamo fatto e costruito, perché a) sono poche migliaia e b)
tutto è in sfacelo.
Ovunque roba che brucia, edifici abbandonati, ingombri di cadaveri putrescenti.
Insomma, rischiano di passare qualche centinaio di anni a fare le pulizie di
primavera e, ahimè,
non ci sono tappeti sotto cui nascondere la spazzatura di un pianeta intero.
Ma
come si suol dire, chi rompe paga e i cocci sono suoi. Cavoli loro, no? Resta
il fatto che sono alieni incorporei, supertecnologici e… dementi.
Passiamo
ai buchi della trama. Ovviamente i protagonisti sono adolescenti sopravvissuti
e cazzutissimi, se no non si giustificherebbe lo YA. Sono sopravvissuti anche
degli adulti, ma gli alieni dementi decidono di sterminarli sistematicamente
mentre salvano i piccoli al di sotto dei 15 anni per addestrarli come bambini
soldato che, ingannati, li aiuteranno a far fuori i pochi umani rimasti. Perché? Perché i bambini
sono manipolabili più
dei grandi. Possibile. Inoltre questo fa gioco all’autore che si toglie dalle
balle gli adulti ritrovandosi solo con dei ragazzini e può infilare
nella storia un po’ di Isis, un po’ di Boko Haram e una buona dose di quei
filmacci sui sergenti di ferro che urlano e ti torturano per fare di te un
verso soldato. Peccato che uno dei protagonisti, usato in queste truppe, abbia superato da tempo i 15 anni. Tra l’altro viene salvato dalla pestilenza proprio dagli alieni. Perché lui sì e gli altri
no? Perché non hanno voluto addestrare la sanissima Cassie (altra protagonista) a causa dei
limiti di età (ne ha
sedici) e invece hanno rimesso in piedi un ragazzo più grande? Misteri alieni. O forse
all’autore serviva lui perché
lui è il Figo del
liceo per cui Cassie sbavava e tutti i ragazzini deficienti americani, suoi lettori affezionati, si
chiedono: “Lo faranno alla fine del libro?”
No
che non lo faranno, ovviamente! Perché questo è uno YA
puritano, infarcito di sangue, pestilenze, cadaveri e violenza ma senza sesso.
Guai! Non sia mai che nel mezzo dell’apocalisse una sedicenne americana di oggi,
dopo aver limonato col ventenne Mr. Figo 2 (che se la contende con Figo 1), abbracciata
a letto con lui dica: “Ma sì,
godiamoci questa serata! Tanto che me ne faccio della verginità se domani
crepo? Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza!
Yuppieeeee!!! ” SCANDALO! Sembra di sentire i genitori della Bible Belt che
raccomandano: “Tesoro, uccidi pure il nemico sparandogli in faccia mentre
stringe un crocifisso, ma tieniti strette le mutande!”
Ma
torniamo alla base di addestramento degli alieni camuffati da brave persone. Ovviamente
i bambini-soldato non sono dei cretini, e alcuni sgamano di essere stati
manipolati. Costoro vengono ammazzati senza pietà. E ci sta
anche. Ma allora perché
gli alieni, quando scoprono che tre sbarbatelli hanno capito tutto e violato la
loro supermega base, non si limitano a scovarli e farli fuori? Perché sentono il
bisogno di radere al suolo la base??? Ma sono davvero dementi! Menti dementi!
Tutto
perché? Perché i nostri
devono scappare nel mezzo del delirio, col rischio di essere presi, di
esplodere con la base. Il nostro eroe Figo 1, con un buco in un fianco, anche
se, uscito di soppiatto dall’ospedale, si trascinava come uno zombie, adesso deve
arrampicarsi per i muri lisci salvando la bella (e sana) fanciulla e il di lei
fratellino mentre la maglia è
zuppa di sangue. Solo così
potrà riscattarsi
dai passati errori. E poi, Figo 2 deve fare esplodere l’arsenale interno della
base (sì, gli alieni
sono fuggiti come se avessero alle calcagna i mastini infernali e non tre
sbarbatelli e hanno lasciato lì
tutte le loro superbombe!!!). E così c’è la scena
epica dei fuggitivi che corrono mentre la terra si apre, come in un B-movie dei
più biechi. Il
regista del film ci sarà
andato a nozze!
Ma
non è finita. Ora
veniamo alla tecnica di scrittura. La storia è
narrata in prima persona da due personaggi e mezzo (come dicevo il mezzo alieno
racconta dal suo POV solo per poche pagine), e raccontata in terza persona da
un narratore esterno per il resto del libro, con una rigorosa alternanza dei
due metodi, il che già
è straniante.
Inoltre, il tutto è
al presente storico, con incursioni nell’imperfetto e nel trapassato prossimo in
un continuo rincorrersi di flashback. Insomma, nessuno è morto e ha
lasciato detto: "Terza persona, passato remoto! Se no brucerai all'inferno!", però a tratti
disturba davvero. L’unico vantaggio è una certa vivacità del testo
che, lo ammetto, si legge tutto d’un fiato.
Ma
è
sufficiente? Basta che sia avvincente e tutto il resto non conta? Siamo ridotti a questo livello?
Non
so voi, ma io no. Intrattenere e farsi intrattenere non significa abdicare
completamente alla propria capacità di giudizio. E non venitemi
a dire: “E uno YA, che ti aspetti?”, perché con questa storia mi sa che
molti adulti si sparano delle emerite cavolate scaricandosi la coscienza. Come
se un libro per ragazzi avesse la licenza speciale di stupidità e di
scrittura approssimativa. No, l’adolescente non è un cretino.
Basta proporgli delle cose intelligenti e lui le apprezzerà. Dopotutto
abbiamo ragazzi che a 16 anni traducono Cicerone e discutono di filosofia greca.
I cretini sono altri… E temo abbiano ben più di 18 anni.
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