mercoledì 26 aprile 2017

Ai confini della realtà - LA GITA SCOLASTICA (1)

Tra le esperienze ai confini della realtà che è possibile fare senza bisogno di astronavi, portali dimensionali o macchine del tempo, c'è la gita scolastica.
Vi ricordate il filma "Viaggio allucinante"? Ecco. La gita è peggio. Perché invece di fkuttuare dentro le arterie evitando collisioni con globuli troppo pasciuti, qui verrete a contatto con i mostri, quelli veri!
A questo punto è necessaria una precisazione per i genitori: voi siete convinti di avere messo al mondo dei normalissimi esemplari di Homo Sapiens Sapiens, ma i realtà i vostri cuccioli sono mutanti che, lontano dal loro habitat, si trasformano i creature dalle caratteristiche più impensabili.
Ho visto coi miei occhi innocui chierichetti, tutti casa, pallone e chiesa vestire (o meglio svestire) i panni (rubati) delle compagne in improbabili streap tease che farebbero invidia alle peggiore drag queen; oppure ragazzine placide e assennate scalare i muri emulando Cat-woman. Che dire poi dei duri e puri che si trasformano in mammolette piagnucolose? O dei dodicenni che confessano di non potersi togliere le scarpe perché... non sanno come riallacciarle? True story!
E non parliamo degli imprevisti come la ragazzina che si è addormentata sul traghetto a Venezia; o del compagnuccio che, sullo stesso traghetto ha vomitato sui piedi del marinaio addetto all'attracco. E non aggiungo che la sottoscritta avrebbe preferito inabissarsi nella torbida laguna veneta.
D'altronde non conta quanti chilometri avete fatto percorrere ai vostri cari alunni, a che ora si sono alzati al mattino per partire, quanto hanno urlato sul pullman raggiungendo un livello di decibel punibile dalla legge: la notte, cari lettori, è il momento in cui i Gremlins fanno la loro trasformazione, attingono a energie inaspettate e si scatenano. Vampiri in frenesia col favore delle tenebre e naturalmente zombie vomitanti alla luce del sole. Sulle scarpe altrui,
ça va sans dire.
Peraltro, chi non ricorda le proprie imprese di adolescente, quando correre nei corridoi di un albergo in mutande facendo fesso il prof era il massimo della libidine? Ricordo che una mia compagna di collegio era deliziata da come sapeva imitare il verso del gallo solo per indispettire le suore messe a sorvegliarci e instillare nelle poverette il dubbio che fosse il segnale convenuto per invitare in stanza orde di pirati arrapati. E ancora, come non provare un gusto perverso nello stanare la professoressa di solito così carina, in versione struccata, con indosso il pigiama con le paperelle, occhiaie scavate con le pale e ciabatte degne della nonna Abelarda? 
Mai e poi mai avrei immaginato di trovarmi dall'altra parte della barricata, a domare i mostri travestita da SS (un ruolo che non mi si addice affatto).
Ma pare che mi tocchi.
Domani, ore 7 il pullman parte. Diretto ai confini della realtà. Tornerò viva? Se questo fosse il mio primo e ultimo post avrete la risposta.
 
NB: ogni riferimento a fatti o persone esistenti è  casuale. 
   

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